Priorità per sottrazione
Il termine priorità non prevederebbe il plurale. Priorità è singolare. Una e una sola, dovrebbe essere. Eppure nel linguaggio comune ci siamo abituati al plurale, alle molteplici priorità, inevitabilmente in conflitto tra loro.
Mi chiedo: non è che l’idea di potersi giostrare tra molteplici priorità, violando le leggi del vocabolario, del buon senso e probabilmente anche della termodinamica, non è altro che un lusso che possiamo permetterci solo quando tutto va bene?
Non è un anno facile finora, alla fine dello scorso anno ho preso una serie di decisioni personali e professionali che presupponevano che da lì in poi ci sarebbero stati dei buchi, più o meno grandi, più o meno duraturi, più o meno profondi, in parti della mia vita che fino a quel momento erano sempre state piene.
Sto passando questi mesi come in una sorta di labirinto con le palline, solo che c’è un unico percorso possibile, nessuna alternativa, e sembrano esserci decine di palline con cui giostrarsi: ruoto di due gradi a destra, di un grado a sinistra, provo tutte le combinazioni possibili, ma non passa niente.
L’unico modo per continuare a giocare è smetterla di illudersi che ci sia una strategia: occorre provarle tutte, le combinazioni, partendo dal presupposto che la maggior parte saranno sbagliate.
Ah, se solo ci fossero meno palline da gestire.
Ah, se solo ci fossero più percorsi possibili.
Forse un modo per sopravvivere a tutto questo e continuare a giocare c’è.
Si tratta di considerare come priorità la singola cosa che va bene nell’arco di una singola giornata. La priorità ex-post, a fatto avvenuto. La priorità per sottrazione.
Perché se avere molteplici priorità è una scemenza, vocabolario alla mano, a volte anche decidere in anticipo cosa è la singola priorità non ci è dato deciderlo o influenzarlo in nessuna maniera.
Sto virando, lentamente, faticosamente dal dire “la priorità di oggi è…” all’inizio di una giornata, al considerare “la priorità di oggi è stata…” solo alla fine di una giornata.
Se avessi adottato il primo approccio, quello del decidere anticipatamente le mie priorità, nessuna delle giornate degli ultimi quattro mesi avrebbe avuto un senso, ma siccome un senso è salutare trovarlo, mi sono inventato le priorità per sottrazione.
La priorità di oggi è stata mettere assieme il collage che ho messo in testa a queste parole, tornare a fare qualcosa con le mani, fare più attenzione a cosa mi ispira, mi diverte, mi fa pensare. — oh, certo, oggi ho fatto anche altro a parte il collage, ma non è quello il punto, il punto non è quante palline ho giocato oggi, il punto è scegliere quella che è passata, che ha svoltato l’angolo giusto, anche se non ha raggiunto l’uscita del labirinto.